Nella casella postale del nostro spogliatoio
continuano ad arrivare messaggi di amici che ci raccontano le loro esperienze, desiderosi di confrontarsi e ritrovarsi nudi tutti insieme, senza più
vergogne o paure di mostrare la loro essenza ma, al contrario, palesando le loro curiosità.
Oggi pubblichiamo la lettera di Andrea di Roma,
che affronta un altro tema molto dibattuto: quello delle donne spesso
autorizzate all’accesso alle docce degli uomini.
Sono molto
interessato alla situazione donne delle pulizie/mamme/nonne nello spogliatoio
maschile. Sono da
anni alla ricerca di testimonianze vere in merito. Penso che tra i tanti fake
ci sia effettivamente una percentuale di verità data dal fatto che le donne,
cioè mamme e nonne etc., possono accedere con più facilità nello spogliatoio
maschile più di quanto facciano i padri in quello femminile.
Alle terme di Saturnia invece sono le
donne delle pulizie ad esserci. Entrano molto spesso. Puliscono i lavandini,
gli armadietti, asciugano per terra incuranti della presenza degli uomini. Non
accade sempre ma ho assistito a varie scene:
- un signore che andava sotto la doccia
nudo che passava tranquillamente davanti a loro;
- un signore che si asciugava i capelli
nudo mentre una donna delle pulizie puliva;
- un signore con l'accappatoio aperto che
si asciugava i capelli alla presenza di una donna delle pulizie;
- un signore che usciva dalla doccia e
raggiungeva il suo armadietto completamente nudo e ha incrociato davanti a lui
la signora che puliva e ha esclamato : "Non sapevo ci fossero donne...non
che mi vergogni..." E lei: "Qualcuno deve pur pulire..."
Cerco da tempo qualcuno con cui
condividere queste esperienze o altre testimonianze su piscine, spa etc.
Aspetto un vostro riscontro.
Andrea
In molti paesi europei (tra cui, a solo titolo di esempio, la Germania, la
Svezia, e buona parte della Francia), la condivisione della nudità tra uomini e
donne è abitudine diffusa e pienamente accettata. E’ ritenuto insomma del tutto
naturale il condividere saune, bagni turchi o altri luoghi di wellness, e il
farlo senza nulla addosso. Addirittura molte "spa" all’estero vietano l’uso del
costume (i tessuti sintetici sono spesso ricettacoli di batteri facilmente
trasmissibili in ambienti comuni), ragione per cui l’essere completamente nudi di fronte a
soggetti del sesso opposto diventa l’unica via possibile.
Questo perché nazioni culturalmente più avanzate, come è giusto che sia,
tendono a non collegare in maniera vincolata e vincolante l’idea del nudo a
quella del sesso; insomma non si dà per scontato che vedere un uomo o una donna
senza veli scateni in maniera automatica fantasie erotiche, desideri o pulsioni
animalesche.
L’Italia – si sa – è più bigotta, più castrata, e come tutti i castrati
tende a vedere il sesso e la perversione ovunque; così cui quando maschi
e femmine si ritrovano per una qualche ragione senza mutande addosso l’uno di
fronte all’altro sembra sempre dover scattare l’eccitazione o la facile battuta
da bar.
Non conosciamo in prima persona la realtà delle Terme di Saturnia che
Andrea ci descrive, ma sappiamo che, in genere, quando le donne di servizio
hanno libero accesso allo spogliatoio maschile è perché da qualche parte sta
appeso un cartello in cui si fa obbligo ai “signori utenti” di cambiarsi
d’abito nelle cabine preposte all’uso. Come in molte piscine comunali è insomma
vietato stare nudi nelle parti comuni (doccia compresa) e chi, magari abituato
a contesti più cosmopoliti, trasgredisca alla regola smutandandosi di fronte ad
altri avventori lo fa a proprio rischio e pericolo, sia nel senso che non può
lamentarsi se le se pudenda sono finite sotto gli occhi di una inserviente di
sesso femminile, sia in quello che è anche passibile di multa per trasgressione
al regolamento.
I comportamenti dei clienti sono molto diversi fra loro: c’è chi, sentendo
violata la propria privacy, si lamenta con la direzione degli stabilimenti;
chi, sempre non gradendo essere sorpreso en desabillé da sguardi femminili,
semplicemente smette di frequentare quella particolare struttura. Ma ovviamente
ci sono anche uomini che apprezzano, e rimangono nudi il più a lungo possibile
per non perdere l’occasione di mostrarsi a una gentil signora, magari pensando
che questo primo passo di esibizionismo/voyeurismo possa portare a piacevoli
conseguenze.
Tutti i dibattiti che si trovano in rete sull’argomento si concentrano però
sulla opinione del cliente uomo e sul suo modo di vivere questa “invasione di
campo”. Per questo, noi di Spogliatoiomaschile, abbiamo pensato di chiederci cosa
pensino a riguardo le interessate, vale a dire le signore che, per mestiere, si
trovano a doversi intrufolare tra le panche dove i maschi si abbassano gli slip, e a districarsi fra sederi nudi e uccelli svolazzanti.
Abbiamo chiesto a Letizia (nome di fantasia), quarantaduenne addetta alle
pulizie in una piscina comunale del Nord Italia, di raccontarci il suo punto di
vista. Ecco cosa ci ha risposto:
D: Per quale motivo sei tu, e non un uomo, ad occuparti dello spogliatoio
maschile?
R: Tre quarti del personale sono stato tagliati per diminuire i costi,
negli ultimi cinque anni. L’unico collega è stato lasciato a casa parecchio
tempo fa, e l’amministrazione ha deciso che poteva andar bene anche così. A
dispetto della modernità, in certi ambienti professionali si dà ancora per
scontato che quello delle pulizie sia un lavoro “da donne”, e che quindi anche
i clienti uomini non troveranno nulla di strano se una signora passa il mocio
vicino alle loro docce.
D: Come si comportano gli avventori della piscina nel vederti girare tra
loro?
R: Ognuno ha la sua reazione, ma direi che il minimo comun denominatore è
quello della sorpresa. Il regolamento della piscina prevede che gli utenti
(uomini e donne) tengano addosso il costume mentre fanno la doccia e se lo
levino solo quando sono ben chiusi dentro la loro cabina, ma sono comunque
molti quelli che si lavano nudi o girano per i corridoi senza nulla addosso.
Così quando mi vedono spuntare, in genere rimangono spiazzati. C’è chi si copre subito e magari chiede scusa, ma anche chi si arrabbia e se la prende
con me. Io mi limito a rispondere che non sono io a trasgredire le regole, ma
loro; poi mi allontano continuando a fare il mio lavoro. Ma c’è anche chi non
vede l’ora di potersi mostrare, e addirittura qualcuno (per fortuna casi rari)
che si infila nella cabina, lascia la porta aperta e prova a stuzzicarmi con
spettacolini erotici.
D: E tu che fai, quando ciò accade?
R: Chiudo la porta dicendo ad alta voce – in modo che mi senta più gente
possibile - che è vietato cambiarsi in pubblico. Di solito, questo basta a
calmare i bollenti spiriti.
D: Più in generale, come vivi la tua professione e il trovarti
quotidianamente circondata da uomini vestiti molto poco o per nulla?
R: I primi tempi ero parecchio in difficoltà, e avevo un certo timore a
raccontare di questo nuovo incarico a mio marito. Ormai, dopo anni, è diventato
routine, e non faccio più caso alla nudità.
D: Davvero? Non capita mai che ti cada l’occhio?
R: Beh.. ovvio che sì; mica sono una macchina per pulire i pavimenti! Credo sia naturale
che la mia attenzione possa essere magari risvegliata da qualche visione
particolarmente stuzzicante. Ma è molto più facile che a attirare la mia attenzione
sia un cliente con l’asciugamano in vita piuttosto che uno completamente nudo. La
fantasia è sempre più eccitante di una verità rivelata. O no?