venerdì 13 giugno 2014

Orgoglio normodotato

Era inevitabile arrivarci, prima o poi. Raccontando storie ambientate in luoghi dove gli uomini si mettono completamente nudi l’uno di fronte all’altro, il tema è d’obbligo. Aspettavamo solo il momento giusto per affrontarlo senza cadere nella banalità o nel luogo comune nel cui è facilissimo scivolare con un argomento così delicato.
L’occasione buona ce la offre una bella e interessante lettera di Antonio:

Sono un vostro lettore maturo eterosessuale e sposato, e quello che posso dire di uno spogliatoio di una bella palestra che frequento due volte a settimana da febbraio è che la cosiddetta sindrome da spogliatoio è molto frequente, oggi. Se uno, per esempio, va in una palestra come la mia, vede il 95% di ragazzi e uomini apparentemente abbastanza virili e qualcuno superdotato, mentre in questi mesi di mediodotati ne avrò visti 3 o 4. Questo, da uomo mediodotato che non si vergogna di essere ancora meno virile di quanto sono, mi fa pensare.
In realtà il mio andrologo mi ha confermato che, per esperienza, un uomo medio o poco dotato oggi spessissimo (a meno che non vada a farsi una partita in una sua squadra sportiva) non si mostra in doccia o in sauna. Si innesca così un circolo vizioso che fa pensare a chi non ha grandi misure di far parte di una stretta minoranza  e non della maggioranza degli uomini, secondo quanto confermano anche le statistiche. Purtroppo da 10 anni a questa parte il porno su internet ha sballato i parametri della realtà nella mente di uomini e donne proponendo per normali modelli sopra la norma; una sfrenata emancipazione femminile e gli incontri di sesso libero favoriti sempre dalla rete hanno fatto il resto per cui sono tempi non facili per un ragazzo di questa generazione medio o poco dotato il quale se ne esce con le ossa rotte. Certi forum su internet sono la chiara espressione di questo enorme disagio, (non dimentichiamo ultimamente il boom di interventi di falloplastiche).       
Saluto il blog con una domanda: secondo voi cosa è la virilità maschile?
Antonio

Eh sì.. Antonio ha decisamente ragione. La fisiologica ansia causata in ognuno di noi (uomo o donna, poco cambia) dal confronto con gli altri va sempre più accentuandosi a causa dell’affermarsi di modelli ogni anno più artefatti e lontani dalla realtà. Capita a chi non a più vent’anni di sentirsi vecchio/a perché assediato/a dall’obbligo di gioventù eterna; capita con i canoni estetici imposti (muscoli tonici, denti splendenti, assenza di grasso in eccesso); capita con gli status symbol apparentemente irrinunciabili per chi voglia guadagnarsi un posto dignitoso nel mondo (il cellulare sempre di ultimissimo modello, l’automobile potente, le ferie in luoghi esotici). E capita - ovviamente, e forse in maniera ancora maggiore - quando gli abiti cadono a terra e ci si ritrova nudi, privi di barriere di fronte agli altri. Così le donne vivono con l’angoscia di avere il seno della taglia perfetta e noi uomini ci troviamo ancora più invischiati in una ossessione antica come l’invenzione del maschio: le dimensioni del sesso.

La cultura popolare abbonda di detti, proverbi e frasi rassicuranti sul fatto di come sia più importante “saperlo usare” che “averlo grosso” (come se, per pena del contrappasso, i superdotati dovessero essere tutti maldestri o incapaci). Andrologi e psicologi si ritrovano quotidianamente ad affrontare la questione con i loro pazienti e a rassicurarli. Eppure tutte le spiegazioni e le belle teorie (scientifiche o di bassa lega che siano) sembrano ancora insufficienti a curare definitivamente il problema che, ne deduciamo, fa parte della natura maschile come il crescere della barba o il pomo d’Adamo. Avere un pene significa inevitabilmente ritrovarsi ogni tanto a chiedersi se sia sufficientemente lungo e largo, se durante l’erezione si inturgidisca abbastanza, se ogni aspetto della prestazione (durata, potenza, frequenza, quantità di sperma) sia “buono” oppure no.
Ma questo, crediamo, ha più a che fare con la naturale insicurezza umana che con il tema in sé. Per paradosso, ci viene da dire che se – in un mondo di cloni – tutti gli uomini si ritrovassero con lo stesso identico organo genitale, finirebbero col farselo comunque, questo problema.
Insomma… l’ansia da paragone e la tendenza alla competitività sono intrinseche nella nostra natura di esseri limitati, e stanno dentro le mutande come stanno in ogni altro centimetro di pelle.

Venendo alla tua seconda domanda... che cosa è secondo noi la virilità maschile? Ottimo quesito, la cui risposta certo non si esaurirà in questo articolo, ma che si cela in ogni riga del nostro sito, e nelle ragioni per cui lo abbiamo aperto.
Ebbene.. siamo nello spogliatoio, siamo tutti completamente nudi, quindi non ci nasconderemo dietro uno slippino, e senza pudori ammetteremo che senza ombra di dubbio essere sessualmente ben dotati (non necessariamente super-) appare preferibile (sia per l’uomo che per la donna) rispetto al non esserlo, esattamente come, a una prima impressione superficiale, essere belli appare migliore che essere brutti, o l’essere ricchi non può competere con il non avere una lira in tasca. Ma si tratta appunto di prime impressioni, che ci raccontano lo strato superficiale della nostra essenza senza approfondire una realtà ben più stratificata.
Uno dei frequentatori del nostro spogliatoio, anch'egli normodotato, ogni volta che vede un maschio esibire con orgoglio i suoi genitali misura-super riassume commentando che “si va più fieri di un uccello grosso che di una laurea in ingegneria nucleare”. Sicuramente lui dice il vero, ma quasi mai la parte rappresenta il tutto, e spesso l’ostentare con boria un pisello particolarmente ben riuscito è il sintomo preciso di una insicurezza assai simile a quella di chi, come noi “peni comuni”, non si sente all’altezza.

Noi crediamo che la “virilità” si misuri, più che in centimetri, nella capacità di relazionarsi ai propri limiti, e nel trovare quell'equilibrio che ci permetta di mostrarci agli altri per come siamo piuttosto che per come dovremmo essere.
Nel nostro spogliatoio, ci liberiamo di tutti gli abiti – mutande comprese – proprio per questo: per imparare ad avere il coraggio di mostrarci agli altri per come siamo.
Poi certo… ci confrontiamo gli uni con gli altri (palesemente o di nascosto) e come è inevitabile facciamo caso a chi ha gli addominali più scolpiti, le natiche più rotonde e sode, le spalle più larghe e sì.. l’uccello più grosso. Ma, proprio come risultato del nostro confrontarci, pensiamo che sia molto più virile un uomo normodotato (o anche minidotato) che, sapendo di esserlo, si abbassa comunque le mutande davanti a tutti e si rapporta alla realtà partendo da ciò che lui realmente è (o ha) che non chi vada facendo il gradasso e sbattendo in faccia agli altri i suoi genitali mastodontici senza con questo minimamente riuscire a dimostrarci di essere un uomo.

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