Era
inevitabile arrivarci, prima o poi. Raccontando storie ambientate in luoghi
dove gli uomini si mettono completamente nudi l’uno di fronte all’altro, il
tema è d’obbligo. Aspettavamo solo il momento giusto per affrontarlo senza cadere
nella banalità o nel luogo comune nel cui è facilissimo scivolare con un argomento così delicato.
L’occasione
buona ce la offre una bella e interessante lettera di Antonio:
Sono un vostro lettore maturo eterosessuale
e sposato, e quello che posso dire di uno spogliatoio di una bella palestra che
frequento due volte a settimana da febbraio è che la cosiddetta sindrome da
spogliatoio è molto frequente, oggi. Se uno, per esempio, va in una palestra
come la mia, vede il 95% di ragazzi e uomini apparentemente abbastanza virili e
qualcuno superdotato, mentre in questi mesi di mediodotati ne avrò visti 3 o 4.
Questo, da uomo mediodotato che non si vergogna di essere ancora meno virile di
quanto sono, mi fa pensare.
In realtà il mio andrologo mi ha confermato
che, per esperienza, un uomo medio o poco dotato oggi spessissimo (a meno che non
vada a farsi una partita in una sua squadra sportiva) non si mostra in doccia o
in sauna. Si innesca così un circolo vizioso che fa pensare a chi non ha grandi
misure di far parte di una stretta minoranza e non della maggioranza
degli uomini, secondo quanto confermano anche le statistiche. Purtroppo da 10
anni a questa parte il porno su internet ha sballato i parametri della realtà
nella mente di uomini e donne proponendo per normali modelli sopra la norma;
una sfrenata emancipazione femminile e gli incontri di sesso libero favoriti
sempre dalla rete hanno fatto il resto per cui sono tempi non facili per un
ragazzo di questa generazione medio o poco dotato il quale se ne esce con le
ossa rotte. Certi forum su internet sono la chiara espressione di questo enorme
disagio, (non dimentichiamo ultimamente il boom di interventi di
falloplastiche).
Saluto il blog con una domanda: secondo voi
cosa è la virilità maschile?
Antonio
Eh sì..
Antonio ha decisamente ragione. La fisiologica ansia causata in ognuno di noi
(uomo o donna, poco cambia) dal confronto con gli altri va sempre più
accentuandosi a causa dell’affermarsi di modelli ogni anno più artefatti e lontani
dalla realtà. Capita a chi non a più vent’anni di sentirsi vecchio/a perché
assediato/a dall’obbligo di gioventù eterna; capita con i canoni estetici imposti
(muscoli tonici, denti splendenti, assenza di grasso in eccesso); capita con
gli status symbol apparentemente irrinunciabili per chi voglia guadagnarsi un posto dignitoso nel mondo (il cellulare sempre di ultimissimo modello, l’automobile
potente, le ferie in luoghi esotici). E capita - ovviamente, e forse in maniera
ancora maggiore - quando gli abiti cadono a terra e ci si ritrova nudi, privi
di barriere di fronte agli altri. Così le donne vivono con l’angoscia di avere
il seno della taglia perfetta e noi uomini ci troviamo ancora più
invischiati in una ossessione antica come l’invenzione del maschio: le
dimensioni del sesso.
La cultura
popolare abbonda di detti, proverbi e frasi rassicuranti sul fatto di come sia
più importante “saperlo usare” che “averlo grosso” (come se, per pena del
contrappasso, i superdotati dovessero essere tutti maldestri o incapaci).
Andrologi e psicologi si ritrovano quotidianamente ad affrontare la questione
con i loro pazienti e a rassicurarli. Eppure tutte le spiegazioni
e le belle teorie (scientifiche o di bassa lega che siano) sembrano ancora insufficienti a curare
definitivamente il problema che, ne deduciamo, fa parte della natura maschile
come il crescere della barba o il pomo d’Adamo. Avere un pene significa
inevitabilmente ritrovarsi ogni tanto a chiedersi se sia sufficientemente lungo
e largo, se durante l’erezione si inturgidisca abbastanza, se ogni aspetto
della prestazione (durata, potenza, frequenza, quantità di sperma) sia “buono”
oppure no.
Ma questo,
crediamo, ha più a che fare con la naturale insicurezza umana che con il tema
in sé. Per paradosso, ci viene da dire che se – in un mondo di cloni – tutti
gli uomini si ritrovassero con lo stesso identico organo genitale, finirebbero col farselo
comunque, questo problema.
Insomma…
l’ansia da paragone e la tendenza alla competitività sono intrinseche nella nostra natura di esseri limitati, e stanno dentro le mutande come stanno in ogni altro centimetro
di pelle.
Venendo alla tua seconda domanda... che cosa è
secondo noi la virilità maschile? Ottimo quesito, la cui risposta certo non si
esaurirà in questo articolo, ma che si cela in ogni riga del nostro sito, e
nelle ragioni per cui lo abbiamo aperto.
Ebbene..
siamo nello spogliatoio, siamo tutti completamente nudi, quindi non ci
nasconderemo dietro uno slippino, e senza pudori ammetteremo che senza ombra di dubbio essere sessualmente
ben dotati (non necessariamente super-) appare preferibile (sia per l’uomo che
per la donna) rispetto al non esserlo, esattamente come, a una prima
impressione superficiale, essere belli appare migliore che essere brutti,
o l’essere ricchi non può competere con il non avere una lira in tasca. Ma si
tratta appunto di prime impressioni, che ci raccontano lo strato superficiale della
nostra essenza senza approfondire una realtà ben più stratificata.
Uno dei frequentatori del nostro spogliatoio, anch'egli normodotato, ogni volta che
vede un maschio esibire con orgoglio i suoi genitali misura-super riassume
commentando che “si va più fieri di un uccello grosso che di una laurea in
ingegneria nucleare”. Sicuramente lui dice il vero, ma quasi mai la parte rappresenta
il tutto, e spesso l’ostentare con boria un pisello particolarmente ben
riuscito è il sintomo preciso di una insicurezza assai simile a quella di chi,
come noi “peni comuni”, non si sente all’altezza.
Noi crediamo
che la “virilità” si misuri, più che in centimetri, nella capacità di
relazionarsi ai propri limiti, e nel trovare quell'equilibrio che ci permetta
di mostrarci agli altri per come siamo piuttosto che per come dovremmo essere.
Nel nostro
spogliatoio, ci liberiamo di tutti gli abiti – mutande comprese – proprio per
questo: per imparare ad avere il coraggio di mostrarci agli altri per come
siamo.Poi certo… ci confrontiamo gli uni con gli altri (palesemente o di nascosto) e come è inevitabile facciamo caso a chi ha gli addominali più scolpiti, le natiche più rotonde e sode, le spalle più larghe e sì.. l’uccello più grosso. Ma, proprio come risultato del nostro confrontarci, pensiamo che sia molto più virile un uomo normodotato (o anche minidotato) che, sapendo di esserlo, si abbassa comunque le mutande davanti a tutti e si rapporta alla realtà partendo da ciò che lui realmente è (o ha) che non chi vada facendo il gradasso e sbattendo in faccia agli altri i suoi genitali mastodontici senza con questo minimamente riuscire a dimostrarci di essere un uomo.
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