domenica 6 gennaio 2013

Guardare gli altri uomini alle docce è roba da gay?

Uno dei più diffusi e fuorvianti luoghi comuni sul mondo dello spogliatoio maschile è quello secondo cui guardare gli altri uomini alle docce o mentre si tolgono gli slip sia sinonimo di tendenze omosessuali più o meno represse. E noi, oggi, vorremo sfatare questo cliché che spesso ci confonde e ci fa vivere male una naturalissima e del tutto sana curiosità.

Il bisogno di confrontarci con la realtà che ci circonda e con le persone in cui quotidianamente ci imbattiamo coinvolge ogni sfera della nostra vita: siamo abituati a chiederci se chi ci sta attorno guadagni più di noi, se vesta meglio, se sia più simpatico, più bello o più intelligente. La propensione a cercare similitudini e differenze tra noi e gli altri è uno dei motori della vita, uno stimolo che può portarci a migliorare o, viceversa, a soffrire e combattere per accettarci nei nostri umani limiti.
Per quale ragione, dunque, il nostro istinto non dovrebbe spingerci a provare interesse per la nudità di altri maschi? E' la cosa più normale del mondo che ci interessi scoprire se i nostri pettorali, la nostra pancetta, il nostro sedere e – sì certo, ovviamente! – il nostro pisello possono farci sentire sufficientemente orgogliosi di noi, ed è importante non inibire queste curiosità anche per testare il nostro grado di accettazione di noi stessi attraverso la tranquillità di mostrarci senza veli.

Gli sguardi furtivi di signori che, quasi senza accorgersene, allungano il collo se siete girati di spalle e non riescono a vedere bene tra le vostre cosce, o il prolungarsi della vestizione del tizio sulla panca di fronte a voi che rallenta i gesti indossando gli abiti per aspettare che voi abbiate finito di spogliarvi prima di entrare in doccia e vedervi bene da cima a fondo, il più delle volte non nascondo il benché minimo desiderio erotico, ma la legittima, e condivisibile voglia di risolvere un’insicurezza e tirare un sospiro di sollievo  scoprendo che un superfusto come voi, con tutti i muscoli tonificati e un corpo scultoreo, per lo meno ha l’arnese più piccolo di loro.

A volte per noi uomini una rassicurazione del genere è più efficace di cento sedute di psicanalisi, dunque ben vengano gli sguardi incrociati mentre le mutande cadono, le docce senza porte o separé, la tranquillità nell’osservare e nel lasciarsi osservare senza preoccuparsi di quali possano essere le intenzioni inconsce.
L’uomo davvero etero è talmente certo dei suoi gusti sessuali da non avvertire minimamente come una minaccia la curiosità di vedere quanto è grosso l’uccello degli altri maschi. Al contrario: preferisce saperlo bene per meglio conoscere la concorrenza.

mercoledì 2 gennaio 2013

Una donna dietro la porta

E’ risaputo che noi uomini amiamo spiare dal buco della serratura. La cinematografia internazionale (e quella italiana degli anni ’70 in particolare) pullula di fanciulle sotto la doccia osservate da dietro una porta socchiusa, o di cabine della spiaggia perforate ad hoc per godersi il pruriginoso momento del cambio del costume.



Certo – come si diceva nel post precedente – l’esplosione di internet ha tolto mistero alla nudità rivelata, e le fantasie si sono spostate altrove. Eppure noi riteniamo che, ancora oggi, il sottile piacere di osservare di nascosto i momenti di intimità di una o più donne intente nelle loro personalissime abluzioni conservi il fascino indiscreto dell’intrusione in un segreto altrui.

E se per i maschi non è un problema ammettere di provare piacere osservando non visti, la domanda che oggi vorremmo farci, e soprattutto fare alle signore lettrici, è se l’inviolabile soglia dello spogliatoio maschile susciti anche su di loro una qualche forma di attrattiva.

Insomma.. quante sono le donne che vorrebbero diventare invisibili per una mezz’oretta e sedersi del tutto indisturbate su una panca di fronte alle docce di una palestra, o nello spogliatoio della loro squadra del cuore?
Perché se è vero che la curiosità è femmina, allora per forza le nostre amiche non potranno essere esenti dal desiderio di sapere come sia sotto i vestiti il loro personal trainer, il collega di lavoro che tre volte a settimana arriva in ufficio con la sacca per la partita a tennis, o il meccanico dell’officina sotto casa che, prima di tornare a casa, si libera della sua tuta da lavoro e va a infilarsi sotto l’acqua per lavare via la giornata lavorativa dalle mani e dal resto del corpo.

Possono essere fantasie erotiche o anche solo la semplice voglia di avere accesso ad un piccolo mondo precluso al pubblico femminile, il piacere di superare una barriera e, con essa, lo stupido, antico, superato preconcetto per cui esponenti di sessi opposti debbano denudarsi l’uno di fronte all’altro solo per la fornicazione. Siamo infatti convinti che anche le nostre amiche donne possano appassionarsi al sottile gusto di provare l’esperienza di guardare un uomo nudo come lo guarderebbe un altro uomo eterosessuale: senza doppio fine, senza morbosità, senza altro scopo se non quello di godersi il momento in cui tutti i veli cadono e, in qualche modo, la verità si fa un po’ più nuda.